Personale

Devo sposarmi? Devo essere buono?

Devo sposarmi? Devo essere buono?

Far colpo vestito di velluto e cappuccio da Faust sulla ragazza che abita

accanto?

Portarla al cimitero invece che al cinema

dirle tutto sui lupi mannari vasche da bagno e clarinetti biforcuti

poi desiderarla e baciarla e tutti i preliminari

e lei che arriva solo fino a un certo punto e io capisco perché

e non mi arrabbio dicendo Devi sentire! E’ bello sentire!

Invece la prendo fra le braccia mi appoggio a una vecchia tomba contora

e corteggio lei la notte intera le costellazioni nel cielo –

Quando mi presenta i suoi genitori

schiena diritta, capelli finalmente ravvivati,

strangolato da una cravatta,

devo sedere a ginocchia unite sul loro sofà da 3° grado

e non domandare Dov’è il bagno?

 

Come sentirmi se non come sono,

pensando spesso al sapone Flash Gordon –

O come deve essere orribile per un giovanotto

seduto davanti a una famiglia e la famiglia che pensa

Non l’abbiamo mai visto! Vuole la nostra Mary Lou!

Dopo il tè e i dolci fatti in casa mi chiedono Come ti guadagni la vita?

Devo dirglierlo? Gli sarei simpatico dopo?

Direbbero Va bene sposatevi, perdiamo una figlia

ma guadagnamo un figlio –

E devo domandare allora Dov’è il bagno?

Dio, e il matrimonio! Tutta la famiglia e i suoi amici

e sol un pugno dei miei, tutti scrocconi e barbuti

che aspettano soltanto cibi e bevande –

E il prete! Mi guarda quasi mi masturbassi

nel chiedermi Vuoi questa donna come tua leggittima sposa?

E io tremante che dire direi Torta Colla!

Bacio la sposa tutti quegli arrapati giù manate sulla schiena

E’ tutta tua, ragazzo! Ah-ah-ah!

E nei loro occhi si vede qualche oscena luna di miele in atto –

Poi tutto quell’assurdo riso e lattine che sbattono e scarpe

Cascate del Niagara! Orde di noi! Mariti! Mogli! Cioccolatini!

Tutti che affollano alberghi accoglienti

Tutti a fare la stessa cosa stanotte

L’impiegato indifferente che sa cosa sta per succedere

Gli idioti nella hall che lo sanno

Il fattorino dell’ascensore che lo sa fischiettando

Il portiere ammiccante che lo sa

Tutti lo sanno! Mi vien quasi voglia di non far niente!

Stare alzato tutta la notte! Fissare negli occhi quell’impiegato d’albergo!

Gridando: Io nego la luna di miele! Io nego la luna di miele!

correndo aggressivo in quegli appartamenti quasi eccitati

urlando Pancia Radio! Zappa gatto!

Oh vivrei a Niagara per sempre! in una buia

caverna sotto le Cascate mi siederei il pazzo

Lunatoredimiele

e escogitar modi per rompere matrimoni,

fustigatore di bigamia santo del divorzio –

Ma devo sposarmi essere buono

Che bello sarebbe tornare a casa da lei

e sedermi vicino al fuoco mentre lei in cucina

col grembiule giovane e bella vuole un mio figlio

e così felice per me da far bruciare il roast-beef

e viene a piangere da me e io mi alzo dalla grande sedia di padre

e dico Denti Natale! Cervelli radiosi! Mela sorda!

Dio che marito sarei! Si, devo sposarmi!

Tanto da fare! Per esempio entrare in casa di Mr. Jones a tarda notte e

coprirgli le mazze da golf di libri norvegesi

1920

O appendere una foto di Rimbaud alla falciatrice

o incollare francobolli di Tannu Tuva su tutto lo steccato di cinta

o quando viene la Signora Kindhead per la colletta del Fondo della Comunità

afferrarla e dirle. Ci sono presagi sinistri nel cielo!

E quando il sindaco viene a chiedermi il voto dirgli

Quando li farai smettere di uccider balene!

E quando viene il lattaio lasciargli un appunto nella bottiglia

Polvere di pinguino, portami polvere di pinguino, voglio polvere di

pinguino –

Eppure se dovessi sposarmi e fosse il Connecticut e la neve

e lei partorisse un bambino e io non potessi dormire, esausto,

in piedi la notte, il capo su una muta finestra, il passato alle spalle,

trovadomi tremante nella situazione più solita

consapevole di responsabilità non rametto sporco ne minestra di moneta

Romana

O cosa sarebbe!

Certo gli darei per capezzolo un Tacito di gomma

Per sonaglio un sacco di dischi rotti di Bach

Attaccherei Della Francesca intorno alla culla

Cucirei l’alfabeto greco sul suo bavaglino

E per il suo passeggero costruirei un Partenone senza tetto

No, non credo che sarei quel tipo di padre

niente campagna niente neve muta finestra

ma rovente puzzolente isterica New York City

sette piani di scale, scarafaggi e topi sui muri

una grassa moglie reichina che strilla da sulle

patate Trovati un posto!

E cinque bambini mocciosi innamorati di Batman

E i vicini sdentati e forforosi

come quelle masse stracciate del 18° secolo

tutti che vogliono entrare a guardare la TV

Il padrone vuole l’affitto

Drogheria Gas Blue Cross & Electric Knights of Columbus

Impossibile sdraiarsi a sognare neve del Telefono, parcheggio fantasma –

No! Non devo sposarmi non devo sposarmi mai!

Ma – e Se fossi sposato a una bella donna sofisticata

alta e pallida in un vestito nero elegante e lunghi guanti neri

con un bocchino in una mano e un bicchiere nell’altra

e vivessimo in una penthouse con un’enorme finestra

da cui vedere tutta New York e anche olre nelle giornate serene

No, non riesco a immaginarmi sposato a quel piacevole sogno progione –

Ma e l’amore? Dimentico l’amore

non che sia incapace di amore

è solo che l’amore per me è strano come portare scarpe –

non ho mai voluto sposare una ragazza che

somigliasse a mia madre

E Ingrid Bergman mi è sempre stata impossibile

E forse adesso c’è una ragazza ma è già sposata

E non mi piacciono gli uomini e …

ma ci deve essere qualcuno!

Perché se a 60 anni non sono sposato,

tutto solo in una camera ammobiliata con macchie di piscio nelle mutande

e tutti gli altri sposati! Tutto l’universo sposato all’infuori di me!

Ah, eppure so bene che se ci fosse una donna possibile come sono io possibile

allora il matrimonio sarebbe possibile –

Come LEI nel suo solitario fasto esotico aspetta l’amante egiziano

così aspetto io – privo di 2000 anni e del bagno della vita.