(02/10/2003)
Lettera a mio Padre
Ciao
papà,
Mi conosci vero?
Ti ho sognato stanotte, in un modo così bello, almeno così come
t’immagino io.
Sono tuo figlio, quel figlio di cui tante volte hai chiesto, hai sentito parlare.
Non è tempo di ricevere tante raccomandazioni, io non ne ho mai fatte
e forse non ne ho mai ascoltate da te.
So come stai, so che alla tua età ci si sente un po’ fuori posto,
un po’ troppo maturi per i tuoi reali 49 anni.
So che avere qualcosa di diverso, qualcosa di nascosto ti rende più esposto
ai pettegolezzi delle persone, dei tuoi amici che ogni giorno indagano, psicanalizzando
il tuo modo di parlare, i tuoi capelli lunghi, i tuoi pensieri scuri e a volta
contorti che scrivi su carta.
So che significa tenere segreta una tua idea, che mai potrà realizzarsi,
che nessuno accetta.
Sei sempre solo nelle tue scelte, nessuno ti appoggerà mai, ma questo
non vuol dire necessariamente che ciò che pensi sia sbagliato.
Hai qualcosa, qualcosa che nessun altro ha: te stesso.
Coltivi sempre la tua fiducia nelle tue capacità, sai usare il tuo cervello,
e non quello degli altri, perché il tuo modo d’essere è unico
ed incompatibile agli altri.
Non sei strano, nessuno può dirti che lo sei, anche se tutti te lo dicono
alle spalle.
Non dare peso a quelle persone che ti dipingono come uno stravagante, non
hanno capito un cazzo.
Io so quanto sia difficile digerire un amore non corrisposto, so cosa significa
parlare col cuore ad una persona che non può aprire a te il suo.
Capisco che questo ti fa male, mentre piangi e dai pugni al muro per il nervosismo.
Credimi, è tutto un gioco, un grande, difficile gioco.
Non posso certo dirti che sia bello giocarci, ma le regole sono queste, è più bravo
chi riesce a schivare o a superare i problemi.
E’ tutta una prova, una sorpresa continua.
Ma tu non sarai mai solo, lotterai ancora, perderai forse ancora una volta, e
ti piegherai ad uno squallido compromesso, e io ci sono dentro come Paolo del
resto e tutti coloro che ti hanno conosciuto.
Ma questo è un gioco papà.
Avrai sorrisi, sudore, avrai ancora ponti da dover attraversare correndo, contro
vento per non arrivare tardi da coloro che aspettano solo te.
Accadrà, e vedrai soffrire tuo figlio, vedrai allontanare pian piano tua
figlia, cresceranno tutti, soffrirai la depressione, ma questo è un gioco.
Papà, io non so come ti senti ora, e non so chi sei veramente, non so
se esisti solo perche ci siamo noi, i tuoi figli.
Ma ti dirò la verità: la vita non è per nulla semplice e
non tutti sono eroi, non tutti riescono a vincere.
Tu sei il mio eroe, credimi.
Io
non so se c'è la farò ad esserlo, ma ricordo che esiste sempre
la morte, non importa se improvvisa, voluta o inattesa, io vivo pensando che
o una sconfitta, una vittoria, disfatta o gloria, arriverà il momento
anche per me di riposarmi.
Papà, ricorda: è un gioco, puoi decidere di giocare, ma puoi anche
arrenderti e non giocare più, nessuno ti dirà che sei vigliacco,
nessuno dirà niente, nessuno si accorgerà della tua mancanza.
come ne accorgerò io!!!
E’ un gioco…
" Giovanni
Rito Russo"