Cosa posso dire oggi,
non mi è dato parlare della mia vita perché non l’’ho vissuta ancora tutta, e come parlare di un libro letto a metà, non si conosce la fine, non si sa ancora perché raccontarne la trama visto che il resto devi inventartelo.
Purtroppo volendo pur raccontarvi la mia vita dall’inizio alla fine quando avverrà, non potrò io farlo, per un semplice motivo… sarò morto, allora ecco che i posteri racconteranno per te.
Stranezze così ho intitolato questa lettera per meglio spiegarvi cosa mi accade ogni giorno. Ci sono giorni in cui vorrei poter capire perché proprio io sia legato a questi avvenimenti.
Dentro me vive una persona un’altro io che a volte si avvicina a quella parte del cervello che gli studiosi definiscono Subconscio, credo che sia lì perché è l’unica parte da me non controllata ed è forse lì che risiedono le Stranezze di ognuno di noi.
Amo da impazzire questa vita, l’amo perché vivo in lei, perché mi ha fatto conoscere le bellezze della natura e rafforzato coi tanti dolori che ogni giorno ho la mia mente.
Vorrei vivere come si deve ma è difficile oggi, e forze lo sarà ancora di più nel domani.
Ecco perché non ho voglia di raccontarmi, ma di dire semplicemente cos’è per me quel “momento” che chiamo Tristezza.
Tristezza nel svegliarmi la mattina e ritrovarmi a non aver ancora un lavoro ben retribuito, girarmi tra la gente e guardare nel viso altrui tanta cupidigia e menefreghismo.
Trovarsi in un luogo splendido ma deturpato da persone, e soffrire per questo per quanto di male e stato fatto alla natura.
Ecco ogni momento quando rivolgo lo sguardo fuori di me, dal mio corpo mi ritrovo davanti agli occhi solo male e ne soffro.
Quante persone si commuovono davanti ad un tramonto, ad un’alba o semplicemente guardando la luna nella notte provano un pò di nostalgia, nostalgia che una volta gli uomini avevano osservando il cielo stellato senza grattacieli.
Oggi c’è il progresso il domani sarà fantascienza per noi oggi, progresso per i nostri figli.
Bene tutto questo fanno parte delle tante Stranezze e tristezze che ogni giorno vorrei non rivedere più.
Il mio libro, come il libro di voi tutti e dei nostri figli lo stiamo scrivendo e lo scriveranno con il sangue e la fatica propria e moriremo così.
E’ la vita?…… No, siamo noi che per progredire soffochiamo quanto di naturale vive intorno a noi.
Detesto ora più che mai essere uomo.
Giovanni Rito Russo