"Dramma Vissuto - Analisi di Vita"

Montesarchio 09/10/97 ore 20,15

Papà quant'è doce sta parola
e come sona strana mocca a me...!!!!

Quante cose ci uniscono,
"la vita" stessa che tu mi hai dato.

In me ci sei tu "pari pari"
non è possibile odiarti,
in fondo non l'ho mai fatto anzi...

Sento nervosamente il tuo dramma,
al tramonto della vita tua
e devo constatare quanto inutile mi sento.

Desidero con frenesia poterti essere d'aiuto
perché in fondo aiuto me stesso.

Mai come adesso mi sento a te vicino,
e la mente gira nei ricordi e nel lustrare scene di vita vissuta,
e immagino fortemente quanto avremmo potuto vivere....

Ma non fa niente tutto è segnato, tutto è scritto,
e la vita tua è stata come quella di una farfalla,
toccando ogni fiore a portata di volo
non potevi essere fedele a nessuno di essi,
non ne avevi il tempo avresti fatto un torto agli altri….
tutti ti aspettavano e tu puntualmente e fatalmente
hai svolto quanto era per te già scritto,
siamo una razza di poeti, zingari, attori, improvvisatori, ma...
nel profondo cuore amiamo le emozioni dettate dall'amore puro
mai costretto da falsa morale o pregiudizi.

Amare sempre amare,
dare un raggio di sole alla monotonia della vita.
Papà ti voglio bene dal profondo del cuore,
e adesso che questo misero muscolo
si sente attanagliato
nel pensare al dramma che inesorabile potrà avvenire,
mi sento più solo che mai, molto di più di tante altre volte,
di quando in occasioni sacre e ricordevoli ti ho sussurrato,
nel vento da solo, di tenermi vicino
e aiutarmi a diventare un uomo,
un padre, un figlio…!!!.

Papà non ti accuso
anzi mi sento fortificato da tanto e capisco,
adesso che le lacrime mi danno sfogo,
quanto questa vita ha contribuito a fortificarmi,
ma non mi ha reso insensibile al dramma della vita.

Dio quanto vorrei ritornare indietro
e rivivere di nuovo tutto
anche con te lontano come sempre
e saperti in buona salute....

Quanti non capiscono ciò,
ma non è colpa loro,
forse perché hanno avuto l'occasione unica,
di essere tranquilli nell'adolescenza,
ti confido che forse per questo
ho fortemente voluto questa famiglia
e sottopormi alla poco sostenibile mansione di padre,
per completare il tuo sogno di vita.

Padre ti ringrazio
di aver scelto il fiore di mia madre
e di averlo fecondato.

Papà quante cose insensate dico,
ma la mente corre più veloce della mia mano
e della penna e le emozioni si accavallano.

Forse non riesco a esprimere bene quanto provo,
ma sapere che per te è tragico
e non poterti essere vicino mi umilia,
in fondo chi sono io
che a detta di tanti dovrei giudicarti,
come potrei,
dovrei essere un altro
e non la tua continuazione,
il tuo risultato.

Ti voglio bene dal profondo del cuore
e ti auguro di ritornare il grande "PAOLO"
amato, temuto e invidiato da tante mezze maniche
che ipocritamente
non sono mai riusciti a dare libero sfogo alla passione,
all'arte, all'invenzione, al tempismo,
e che meschinamente
si sono da sempre incanalati in un stereotipo
e lo hanno seguito per tutta la vita.

Di loro si dirà solo una cosa,
che erano persone stabili
nell'indossare una sola facciata,
ma tu mi hai insegnato
o meglio mi hai trasmesso nel sangue,
la grandezza di essere uno, tanti,
nessuno e centomila.

La vita è stata benevole con me per avermi dato te.

Da ragazzo immaginavo,
come poteva essere diverso con un padre
che al momento prospettavo potesse essere il mio...

Ebbene io non ho mai sentito una similitudine,
tanta quanta riuscivo e riesco tuttora a provare
sapendo che tu sei mio padre.

Era la tua epoca post-guerra,
l'arte dell'arrangiarsi, dell'inventare,
del sognare di riuscire,
ma tu sei riuscito in tutto anche senza istruzione.

Hai eguagliato tante vite vissute
e so bene come tu ti senta adesso
constatando di non aver raccolto
come tanti perseveranti e testardi,
tu sentivi in te la missione
di essere sempre te stesso e sempre diverso,
sempre amato, sempre alla ricerca dell'originalità
anche se costava più del guadagno ricevuto,
tanto sei sempre stato superiore al vile denaro!!!...

Per te contava solo riuscire e dimostrare
a quanti lo facevano per mestiere
che ne capivi di più e potevi fare di più.

Ecco questo a volte sono io,
ma mi guardo intorno
e ritrovo le mie volute
e ardentemente desiderate manette,
i miei adorati figli,
quelli per cui darei l'anima al diavolo,
pur di saperli uomini semplici e testardi
nel riuscire in un unico scopo:
vivere serenamente con il loro compagno di vita
e serenamente mettere le pantofole di sera
ed essere veramente grandi nel godersi la loro famiglia.

Bisogna cambiare:
e non voglio far vivere a loro quanto ho provato io.
Poi se è scritto che così deve essere,
maledetta sia la nostra stirpe sino alla ultima generazione,
perché così siamo già noi, adesso io, te e tuo padre,
dannati a vivere o ad aver vissuto una vita
succhiando nettare da ogni fiore senza troppo curarci di loro.

Domani dopo la tempesta ci sarà il bel tempo,
che esso ben venga per i semplici di cuore,
e per noi artisti (maledetti ad essere sempre diversi)
possa continuare nei secoli il mal tempo.

Che nessun altro possa soffrire ancora per colpa nostra.

E' così bello vivere con semplicità,
godendoci questo raggio di sole.

Papà non disperarti, questo lascialo a me,
un buon attore sa bene quando è ora di lasciare il palcoscenico,
prima del sipario è bene salutare il pubblico
tanto a tutti è dato di recitare a soggetto quest'ultimo dramma;
anche a loro semplici spettatori che si morderanno le mani
per non essere riusciti là dove tu sei riuscito.

Ti auguro là dove andrai di continuare sempre a essere te stesso.

ADDIO o meglio ARRIVEDERCI

Tuo per sempre figlio Rito.